L’immagine della geisha è tipicamente associata al Giappone. Tuttavia, nella storia della Cina esistono figure simili, legate all’arte e all’intrattenimento: le 歌妓 [gējì], le 乐妓 [yuèjì] e le 名妓 [míngjì]. Queste tre categorie nacquero durante le dinastie Tang (618–907 d.C.) e Song (960–1279 d.C.), e indicavano donne che svolgevano attività artistiche come cantanti, musiciste o poetesse. Si esibivano alla corte imperiale, davanti a un pubblico d’élite o in cerchie private, per lo più maschili.
Nonostante il loro talento, il loro status sociale era molto basso: erano considerate 賤民 [jiànmín], termine che significa letteralmente “persone senza valore”.
Inoltre, queste donne erano spesso associate alla prostituzione, poiché il loro lavoro artistico includeva frequentemente anche prestazioni sessuali per gli uomini che le ingaggiavano.
歌姬 [gēji]: cantanti
Erano artiste specializzate nel canto, nella recitazione e nella danza. Interpretavano sia arie classiche che canzoni popolari. La 歌姬 più celebre fu Li Shishi (1062–1127), conosciuta per la sua relazione con l’imperatore Huizong.
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乐妓 [yuèjì]: musiciste
Erano professioniste che suonavano strumenti tradizionali cinesi come il 古筝 [gǔzhēng] o 箏 [zhēng] (una cetra a sedici corde) e il 琴 [qín] (una cetra a sette corde).
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名妓 [míngjì]: poetesse
Queste donne scrivevano poesie, erano esperte in calligrafia e alcune di loro ottennero perfino una certa influenza politica o sociale grazie alle proprie relazioni.
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A differenza delle geishe giapponesi, la loro formazione in Cina era meno istituzionalizzata: di conseguenza, le loro professioni erano meno regolate e la loro reputazione era spesso peggiore.
Possiamo quindi concludere che, sebbene in Cina non ci siano mai state geishe nel senso stretto del termine giapponese, sono esistite donne artiste-cortigiane, colte e versatili, che hanno avuto un ruolo importante nel panorama culturale delle diverse epoche.